Il 18 e il 19 Agosto 2021 dopo un lungo periodo distante dalle alte vette glaciali, sono riuscito a tornare sui maestosi ghiacciai del Monte Rosa, in particolare sul ghiacciaio del Felik, che si trova sullo spartiacque tra la Valle di Gressoney e la Val d’Ayas.
La meta è il Castore classificata come F+, che però a fine stagione, come in questo caso, presenta una cresta molto affilata nella sua parte terminale.
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Questa è la prima gita alpinistica sopra ai 4000 metri per Federico, Riccardo e Diego, e la loro emozione e trepidazione è alle stelle.
Il primo giorno è relativamente semplice, anche se fondamentale per l’acclimatamento, si sale da Staffal (Valle di Gressoney) a 1820 m s.l.m. per giungere con gli impianti di risalita il Colle della Bettaforca (2672 m), da qui parte il sentiero numero 9 che in tre ore conduce al Rifugio Sella (3585 m).
Il percorso, dapprima attraversa rocce e sfasciumi, per poi guadagnare una cresta ben attrezzata e molto area, che permette di ammirare il paesaggio sui maestosi ghiacciai del Rosa.
Con calma arriviamo al rifugio e i primi sintomi della quota si fanno sentire in quasi tutti noi, dopo un bel pranzo prendiamo un po’ di tempo per riposarci, e successivamente riprendiamo in mano corde e cordini per ripassare le principali manovre e nodi.
Purtroppo nubi basse si avvinghiano al rifugio e ci precludono la spettacolare vista, ma non ci sconfortiamo sapendo che il giorno dopo il tempo è previsto bello e che forse avremo il piacere di galleggiare sopra un mare di nubi.
La salita verso la vetta si articola attraverso il ghiacciaio del Felik, per poi salire rapidamente all’omonimo colle e passare per la vetta del Felik. da qui inizia la parte più tosta su una cresta che erosa dal vento in questa stagione si presenta molto affilata (ci stanno a malapena i due piedi affiancati), e che conduce fino alla vetta del Castore.
Affrontiamo la scalata suddivisi in due cordate, la prima guidata dall’esperienze di Andrea, seguito da Ricky e Diego, la seconda con me e Fede.
Alle 6.30 inizia ad aprirsi il nebbione e noi partiamo!
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Si sentono tutti i metri sul livello del mare, e prima di ingranare per bene mi serve qualche pausa e un po’ di té bollente e frutta secca, e poi via si recupera il ritardo sulla prima cordata e saliamo!
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Il primo tratto di cresta fino al colle non presenta grosse difficoltà, se non la sua ripidezza, la parte più area ha da venire, e complice la sua affilatezza con la quota elevata fa desistere il terzetto, mentre io e Fede passo dopo passo procediamo verso la vetta che raggiungiamo alle 9.30!
Che panorama, che soddisfazione!!
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In vetta ci fermiamo assai poco, dopo esserci fatti scattare una foto, un sorso di té e un po’ di frutta secca riprendiamo la discesa, le nubi potrebbero salire in fretta e costringerci nell’ultima parte ad una marcia “strumentale”. La parte delicata di cresta la superiamo quasi con disinvoltura e poi continuiamo a scendere incrociando al colle le cordate provenienti dal Lyskamm.
Nell’ultimo tratto, con la neve ormai molle, vediamo il rifugio che si nasconde a tratti tra le nubi, e infine giungiamo dove gli altri ci aspettano, già in parte ristorati, al limitare del ghiacciaio.
Il rifugio oggi è quasi vuoto, le nubi basse hanno scoraggiato gli escursionisti, e forse domani grandi ascensioni non sono in programma… ancora un’oretta la dedichiamo al riposo, alla contemplazione e ad un pasto ristoratore, poi dobbiamo metterci in marcia per tornare al colle della Bettaforca e poi alla nostra auto. La discesa sul ciaplé dopo la cresta sembra eterna, sempre avvolti nella nebbia, e senza alcun punto di riferimento sulla méta. Ma infine la camminata ha termine e felici torniamo a casa con questa nuova esperienza nel nostro bagaglio!
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